Nel 2026 il Comprensorio del Cimone, stazione fra le vette dell’Appennino Modenese, festeggerà i primi 50 anni di un’avventura piena di traguardi conquistati – E’ la prima stazione sciistica sostenibile dell’Appennino: un innovativo impianto di innevamento che consuma il 30% in meno di acqua ed energia elettrica e produce il 30% di neve in più e, in arrivo, 4 nuovi mezzi battipista che risparmiano un terzo del carburante – Secondo uno studio dell’Università Bocconi, l’indotto generato sul territorio dal turismo della neve è circa 5 volte il costo del biglietto di risalita – Nei programmi stralcio regionali per l’anno 2025, destinati 1,4 milioni di euro per interventi in Appennino – Dal 2000 al 2024 la Regione ha erogato complessivamente 11,2 milioni di euro a sostegno delle stazioni sciistiche dell’Emilia-Romagna
19 novembre 2025 – Il Comprensorio del Cimone, stazione invernale fra le vette dell’Appennino Modenese, si prepara a festeggiare i 50 anni di attività e diventa il primo impianto sostenibile dell’Appennino. Un traguardo raggiunto investendo anno dopo anno in interventi, non solo per rendere la stazione più bella e divertente, ma, guardando oltre l’orizzonte, con azioni per risparmiare acqua, energia, elettricità, salvaguardare l’ambiente, proteggere la sicurezza di chi frequenta la montagna.
Con gli ultimi Programmi Stralcio 2025, la Regione ha destinato oltre 1,4 milioni di euro alle stazioni sciistiche dell’Emilia-Romagna, con una quota significativa concentrata sulla montagna modenese e sul Cimone. Una strategia che si inserisce in un impegno pluriennale: dal 2000 al 2024 gli interventi sostenuti ammontano complessivamente a più di 11,2 milioni di euro.
Ad oggi i grandi impegni finanziari e il piano di investimenti straordinario sono ancora in corso e necessitano di essere portati a termine, ma intanto già adesso sono pronti per essere messi in moto quattro nuovi mezzi battipista ultratecnologici per tirare a puntino le piste con meno ore di lavoro, consumando il 30% di carburante in meno, con sensori per “sentire” la neve e più sicurezza per gli operatori che li manovrano fra i pendii. L’ingranaggio più importante dell’operazione si conferma il già avviato potenziamento dell’impianto di innevamento, attento e rispettoso dell’ambiente montano. Questo si traduce in risultati virtuosi e sostenibili: 30% di consumo di acqua ed energia elettrica in meno, produzione di neve del 30% in più, creazione di un manto nevoso di qualità superiore. Tutto finanziato da contributi nazionali e dalle agevolazioni previste dalle disposizioni relative alla “Industria 4.0” che supporta le innovazioni tecnologiche delle attività imprenditoriali.
«Il rispetto dell’ambiente deve essere sempre più un imperativo del nostro fare turismo -sottolinea l’Assessora Regionale a Turismo, Sport e Commercio Roberta Frisoni- e l’innovativo impianto sciistico del Comprensorio del Cimone, realizzato anche grazie ai contributi regionali, si muove proprio in questa direzione: meno energia impiegata al pari di una maggiore efficienza e maggiore qualità ambientale del sistema di innevamento. La montagna è per noi una risorsa unica, custode di tradizioni, identità, storia, nonché un palcoscenico naturalistico ideale per tutti coloro che amano la vacanza attiva all’aria aperta. Una risorsa, anche sociale, che intendiamo preservare e valorizzare adeguatamente, come testimoniano le risorse messe a disposizione per i futuri interventi sia sugli impianti sciistici che sul l’impiantistica sportiva, come il Palaghiaccio di Fanano, volti a migliorare servizi e infrastrutture e ridurre sempre di più l’impatto ambientale».
Una stazione sciistica quella del Cimone che ha fatto propria la filosofia dell’impegno nella gestione ambientale, inclusi i programmi di riciclo e l’efficienza energetica. E non si accontenta che la stagione neve appena conclusa, sia risultata una tra le migliori di sempre: per garantire il futuro è vietato fermarsi. E l’attività turistica legata alla neve ha importanti ricadute economiche sul territorio: secondo uno studio redatto dall’Università Bocconi di Milano su incarico di Confindustria e ANEF si stima che l’indotto generato e distribuito tra tutte le varie attività sia circa 5 volte il costo del biglietto di risalita; tale indotto arriva addirittura fino alle 8 volte il costo del biglietto in alcune stazioni alpine.
E nel 2026 la prestigiosa località di vacanze sulla neve dell’Appennino dell’Emilia-Romagna festeggerà i suoi primi 50 anni. La stazione sciistica fu inaugurata ufficialmente nel 1976 con la costituzione del Consorzio Cimone, tra proprietari di impianti pubblici e privati, estesa sui territori di quattro località Fanano, Sestola, Montecreto, Riolunato.
In dieci lustri, acquisto dopo acquisto, investimento dopo investimento, la fotografia del Comprensorio del Cimone è quella di un grande carosello di 50 km di piste di cui l’80% servite da un impianto di innevamento (escluso Montecreto), 20 impianti di risalita: due seggiovie a 6 posti e una di 4 posti ad agganciamento automatico, tre seggiovie a quattro posti fisse e due seggiovie a tre posti fisse, 5 tapis roulant, tre baby park per i bambini. Sulle piste si possono divertire tutti: dai campi scuola per i principianti, alle piste rosse per sciatori più esperti, dagli snow park, alla pista da bob, fino alle piste nere, tra cui la n.25 Razzoli con una pendenza del 60%, tra le piste più ripide in Italia.
Il Cimone è oggi è una realtà che permette alla popolazione di queste montagne di rimanere qui e di custodire il territorio. I protagonisti della filiera turistica che si è creata in questo angolo di Appennino sono le 1.600 persone che lavorano durante la stagione invernale in alberghi, biglietterie, impianti di risalita, negozi, noleggi, rifugi.
L’economia ruota intorno alle 8.107 attività commerciali fra i 36 alberghi, 25 bed&breakfast, 15 agriturismi, 4 campeggi, 20 affittacamere, 18 bar, rifugi e ristoranti in quota, 68 ristoranti a valle, 8 scuole di sci, 16 noleggi, 397 esercizi (negozi, officine, agenzie immobiliari, bar nei paesi). Le seconde case sono 7.500. I posti letto sono 27.000.
Gli investimenti della Regione
Impianti a fune più sicuri ed efficienti, un sistema sciistico esistente rafforzato, uno sviluppo economico e occupazionale dei territori di montagna ancora più supportato. Per raggiungere questi obiettivi la Regione ha confermato il proprio impegno approvando recentemente due nuovi Programmi Stralcio per l’anno 2025: si tratta di oltre 1,4 milioni di euro per 13 interventi proposti da soggetti pubblici (per i quali sono state aumentate le risorse) e privati.
Per quanto riguarda il provvedimento sui beneficiari pubblici, la dotazione complessiva ha raggiunto quota 830mila euro circa, per due interventi. Il primo riguarda la stazione del Cimone, nel comune di Sestola (Mo), cui sono andati circa 423mila euro di contributo per la revisione dell’impianto LM 38 Grotti Esperia (a fronte di una spesa complessiva di 475mila euro). Il secondo programma, rivolto ai gestori privati, ha messo a disposizione 600mila euro; con oltre 408mila euro per la provincia di Modena ha ricevuto la quota maggiore, destinata a quattro interventi nel comprensorio Cimone-Piane di Mocogno, quasi 184mila euro per la revisione delle seggiovie del Cimone (a Zerolupo srl); oltre 45mila euro per la manutenzione straordinaria Faggio Bianco LM 26 (a Passo del Lupo srl); circa 87mila euro per l’adeguamento normativo per la sicurezza della stazione di Cimone (al Consorzio Sestola) e, infine, oltre 74mila euro per interventi alle Piane di Mocogno, tra cui innevamento, fresa battipista e sicurezza piste (assegnati al Consorzio Piane di Mocogno e Ads Olimpic Lama).
Nel 2023, grazie a un finanziamento regionale di oltre 6 milioni di euro (di cui 3,5 dal Fondo unico nazionale turismo), per una spesa complessiva di 12,7 milioni di euro (di cui oltre 6 già assegnati con precedenti programmi), di investimenti pubblici, è stato avviato un programma triennale di otto interventi per realizzare e riqualificare funivie, nuove seggiovie su vecchi tracciati, cabine elettriche, e migliorare i collegamenti tra le cime, oltre a potenziare gli impianti di innevamento e per la sicurezza delle strutture. Su otto interventi finanziati, sei quelli nel modenese.
Di questi interventi, quello del Comune di Lama Mocogno per la sostituzione di un tappeto di risalita è terminato; sono in corso di realizzazione gli altri, di cui due in fase di completamento: ilpotenziamento dell’impianto di innevamento della stazione di fondo a Boscoreale Frassinoro e le opere di adeguamento del Palaghiaccio della Stazione del Cerreto (RE) al fine di consentirne la riapertura. Per la provincia di Modena si segnalano lasostituzione della seggiovia secondo tronco del CimoncinoSestola/Fanano e la riqualificazione della funivia Stellaro-Rovinella di Montecreto.
Nel 2024, infine, sono stati candidati al Fondo unico nazionale del turismo (Funt) quattro ulteriori interventi strategici da realizzare nel biennio 2025-2026, con una spesa complessiva di 2,8 milioni di euro, di cui oltre 1,3 milioni di contributo statale e un cofinanziamento regionale da 1 milione. Tra gli interventi finanziati, la realizzazione di un nuovo tappeto Cimoncino a Fanano, la riqualificazione e ammodernamento con automazione 4.0 dell’impianto di innevamento al servizio della pista da fondo “Piana Amorotti” a Lama Mocogno e la riqualificazione e il potenziamento della Funivia Passo del Lupo a Sestola.
Nel corso del 2025 il Ministero del Turismo ha attivato un programma straordinario volto a recuperare residui di finanziamenti ministeriali, per il quale sono stati candidati altri interventi relativi alle stazioni invernali; il programma è in corso di approvazione. In particolare, per la provincia di Modena sono stati candidati due interventi: uno riguarda la riqualificazione, con particolare riguardo all’efficientamento energetico, del Palaghiaccio di Fanano (spesa 1,2 milioni di euro, contributi Stato/Regione di 960mila euro), l’altro è il secondo stralcio della riqualificazione dell’impianto Stellaro-Rovinella di Montecreto. Il primo stralcio, finanziato con il Funt 2023, è in corso, mentre il secondo prevede la trasformazione in mini-ovovia a fronte di una spesa di 500mila euro e di contributo Stato/Regione di 400milaeuro.
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